Alle isole Svalbard non ci sono strade al di fuori dell'unico centro cittadino... il modo migliore per spostarsi è quello di utilizzare una barca od una motoslitta.
Ci fermammo per mangiare. Sulla terraferma i pericoli aumentano e la possibilità di incontrare un orso polare deve essere presa in considerazione.
Queste navi portano i turisti nei vari siti di interesse sparsi in varie località. Di fatto svolgono anche una sorta di servizio pubblico per la popolazione locale.
Ci trasferimmo dalla barca al gommone, e poi dal gommone sulla terraferma, con tutto il materiale per rimanere tre giorni al campo e fare escursioni nei dintorni e sul ghiacciaio.
Il nostro campo consisteva in una tenda comune che fungeva da refettorio e di varie tende doppie dove passavamo la notte
Questo bellissimo husky, che adesso gioca con la nostra guida, era il nostro cane da guardia. Confidavamo che avrebbe abbaiato se si fosse presentato un orso polare.
In caso di arrivo di un'orso avremmo dovuto fare chiasso e rumore per invogliarlo ad andarsene... altrimenti avremmo dovuto utilizzare i fucili.
Una delle escursioni previste era l'uscita in kayak verso il ghiacciaio. Tirammo fuori le mute dai bauli in acciaio e ci preparammo.
Il tragitto non era lunghissimo, ma la fatica un po' si faceva sentire. Ad ogni modo essa passava in secondo piano all'avvicinarsi del ghiacciaio.
Il ghiacciaio era li, sullo sfondo del paesaggio... quasi sembrava non avvicinarsi mai
All'avvicinarsi al ghiacciaio cominciavano a spuntare i primi piccoli iceberg
Ogni pochi minuti un rumore sordo riempiva l'aria... grossi blocchi di ghiaccio si staccavano e crollavano in acqua.
Siamo sempre più vicini... il ghiacciaio appare sempre più grande ai nostri occhi.
Arrivati vicino alla parete di ghiaccio, preoccupandoci di tenerci a distanza di sicurezza, il muro di ghiaccio ci appare in tutta la sua maestosità
In un punto il ghiaccio era spesso e compatto... trovare la strada attraverso di esso è stata un'impresa difficile ma anche molto divertente.
Lo spettacolo è particolarmente suggestivo... raramente mi sono divertito tanto.
Ci sono paesaggi di una tale bellezza che ad un certo punto ti fermi e contempli...
Per cucinare e bere raccoglievamo l'acqua che si scioglieva dal ghiacciaio. Non era distante dal nostro accampamento... solo pochi minuti a piedi.
Ogni giorno un'escursione differente... oggi si andava a piedi. La guida ci seguiva sempre armata di fucile nel caso di un incontro con un'orso polare.
Nelle escursioni a piedi il rischio di incontrare un orso no è trascurabile. le guide ci hanno istruito sui comportamenti da tenere nel caso incontrassimo un orso polare
All'interno dell'aria protetta l'unico campo autorizzato è un campo di tende. Tutto il materiale, soprattutto il cibo, è chiuso in contenitori di metallo per impedire che eventuali orsi di passaggio possano accedervi. Il nostro cane si godeva un meritato riposo dopo l'escursione.
il nostro campo, con la vista sul ghiacciaio, è situato in un posto molto suggestivo. Guardando da lontano quel ghiacciaio non vedevo l'ora di andare a fare l'escursione tra i suoi crepacci.
La mattina, prima di colazione, è un momento magico... già solo durante la preparazione cominci a goderti il calduccio della tenda.
Uova e bacon... che scorpacciata!
Le guide, al loro risveglio, cominciavano a preparare la colazione per tutti.
Durante le escursioni il paesaggio è sempre davanti ai tuoi occhi in tutta la sua maestosità.
Sempre davanti ai nostri occhi si trova poi il ghiacciaio... una presenza costante che ti ricorda sempre la magnificenta del luogo.
La renna è un animale molto comune che a volte trovi pure nelle strade dell'unica città della regione.
Dall'alto della montagna il paesaggio aquista bellezza in un modo che non avrei mai immaginato. Dopo la fatica della salita, ti senti completamente appagato e sereno, mentre contempli una tale bellezza.
Il nostro fedele amico, durante l'escursione, è sempre impegnato a fare la guardia nel caso arrivino degli orsi polari.
Dirigendoci verso il ghiacciaio, ci siamo fermati ad osservare questo buco che scendeva per molti metri fino al fondo del ghiaccio... il premo esempio della pericolosità del luogo.
Arrivati alle pendici del ghiacciaio, ci fermammo per indottare i ramponi, un'attrezzatura assolutamente fondamentale per fare quello che stavamo per fare.
Prima di ripartire, le guide ci hanno spiegato in che modo camminare in cordata con i ramponi... molti di noi non erano mai stati in cordata, e per quanto possa sembrare assurdo, ricordarci di non pestare la corda con i ramponi taglienti è comunque un buon consiglio.
L'emozione comincia a crescere... erano anni che desideravo fare un'escursione su di un ghiacciaio, ed ora la stavo facendo in uno dei posti più suggestivi al mondo.
Attraversare i primi piccoli crepacci ci dava un assaggio di ciò che avremmo dovuto affrontare dopo.
Per attraversare un crepaccio spesso utilizzi dei ponti naturali fatti di neve... ma la neve può cedere sotto il tuo peso. È per questo motivo che la stabilità della neve viene prima testata utilizzando la piccozza.
Da sopra il ghiacciaio è una distesa piana di neve... ma i crepacci ci sono e sono molti; semplicemente non sono visibili fino a che non li raggiungi.
Sostenuti da ben due compagni della cordata, sporgersi sul bordo del crepaccio per vedere fin dove arriva è vavvero emozionante. In queste situazioni, la fiducia nei tuoi compagni di cordata deve essere assoluta.
Questo era il crepaccio più grande che abbiano visto... quasi ti senti come Davide contro Golia
A volte, il percorso da noi seguito prevedeva brevi salti da un crepaccio all'altro o passaggi su lingue di ghiaccio decisamente molto strette.
Sulla via del ritorno, ancora pervasi dall'emozione dell'escursione, ancora incontriamo paesaggi e formazioni di ghiaccio molto suggestive.
Ancora un pozzo che porta dritto verso il fondo del ghiacciaio
Scesi dal ghiacciaio, adesso la vista è nuovamente quella di sempre... ma i nostri occhi, nell'osservare la parete di ghiaccio, non un po' differenti.
Quando una foca muore, come ogni cosa in natura, si decompone e fertilizza il terreno sottostante. In un luogo come questo, dal clima rigido poco fertile, le carni della foca diventano prezioso nutrimento per muschi e licheni. Ecco perchè sotto le ossa oramai pulite dell'animale cresce un rigoglioso strato di piante verdi.
In questo vecchio insediamento oramai abbandonato sembra che il tempo si sia fermato.
Ogni cosa, dalle case ai piccoli oggetti, ricorda il periodo fiorente di questo luogo... sottolineando però anche quanto fosse duro vivere qui.
L'insegna su questo edificio accoglie i turisti come se desse il benvenuto... ma li proietta anche in una dimensione passata.
In queste isole solamente all'interno dei confini della città ci si può ritenere al sicuro; poco al di fuori di essi per legge 6egrave; necessario portarsi dietro un fucile.
Come tutti i turisti, non posso fare a meno di farmi la foto accanto ad uno dei più fotografati cartelli stradali al mondo.
Molte compagnie turistiche possiedono un certo numero di cani da slitta con cui portare i turisti a fare un'esperienza fuori dal comune.
I nomi di questi cani sono pittoreschi... mi piacciono.
Ora che tutti i cani sono stati legati a formare una muta, siamo pronti per partire. I cani più esperti davanti... i più giovani dietro.
Questi cani sono forti e tirerebbero un camion. Spesso devo frenare il loro impeto... ma è un'emozione forte sentire il vento che ti soffia sulla faccia.
Dopo mezz'ora di corsa i nostri cani devono bere... per poter poi ripartire più veloci di prima.
Anche se siamo su di un carretto con le ruote, e non su di una slitta sulla neve, la piacevole sensazione di sentirsi immersi nella natura non viene certo sminuita.
I colori del paesaggio intorno a noi sono spettacolari... ma devo dire che più che ammirare il paesaggio sono concentrato nella conduzione della mia muta.
Questi cani trainano con forza... come se fosse l'obbiettivo della loro vita... davvero non so se lo fanno per dovere verso il padrone o per divertimento.
Questa corsa non è durata molto... anche se in compenso è costata molto... ma ne è valsa davvero la pena.
Durante gli spostamenti in nave, mi piaceva curiosare nella cabina di pilotaggio ed osservare il capitano che consultava la mappa del fiordo.
Molti gabbiani seguono le navi speranzosi di ricevere dai passeggeri qualche pezzo di pesce.
Questi sono gli uccelli puù pittoreschi del luogo... Dalla nave ne incontravamo molti che, al nostro arrivo, scappavano alzandosi in volo.
Per riuscire ad alzarsi in volo, le pulcinelle di mare devono prima riuscire ad aquisire velocità. Per farlo si aiutano con le zampe posteriori, come se corressero sull'acqua.
Adesso che è in volo, può finalmente scappare da noi.
Ad accoglierci in questo vecchio sito minerario abbandonato è stato un simpatico signore armato di fucile. Non ci ha fatto solo da guida, ma anche da scorta armata insieme ad un suo collega, visto che la settimana prima, esattamente in questo luogo, è stato avvistato un orso polare.
All'ingresso della casa comune un busto di Lenin, in perfetto stile sovietico.
All'interno tutto è in un o stato di abbandono. Particolarmente affascinante la sala proiezione del vecchio cinema, con le pellicole oramai srotolate ed abbandonate a terra.
La vecchia palestra di Piramidien... piuttosto ampia e ben tenuta.
Era presente nella casa comune anche una sala dedicata alla musica. Questo turista ha voluto provare a vedere se il piano era ancora funzionante. Ricordo ancora che si mise a suonare la kalinka, una danza popolare russa, musica molto adatta al luogo.
Durante un'escursione a piedi verso la cima di un colle vicino, incontrammo alcune renne lungo il nostro cammino
Cercai di far di tutto per potermi avvicinare il più possibile. Provai quindi ad aggirarle tenendomi basso, sperando che, spaventate dal resto del gruppo, si spostassero nella mia direzione. Devo dire che non si spaventarono certo di noi... ma si tennero prudentemente a distanza da tutti.
Arrivati sulla cima la guida ci mostrò i vari ghiacciai che scendevano verso il mare. Su alcuni di quelli eravamo stati nei giorni precedenti e fu bello vederli da un punto di vista differente.
Questo gruppetto di animali si trovava poco distante dalle ultime case della citt&agrve;. Provammo ad avvicinarci, ma
È stato tenerissimo vedere questi due husky che si scambiavano un gesto d'affetto appoggiando i loro musi uno contro l'altro. Presi questa fotografia nel primo canile che si incontrava lungo la strada fuori dalla cittadina di Longyearbyen
Ricordo molto bene il cartello di avvertimento per i turisti. Questi uccelli sono soliti volare sulla tua testa e scendere in picchiata per darti una forte beccata! Capii solo quando lessi il cartello a cosa servissero quei lunghi bastoni di plastica nel secchio li vicino.
Attesi un po' prima di vedere quest'uccello spiccare il volo.
A pochi metri dalla cittadina di Longyearbyen, ecco la prima miniera di carbone. Più avanti sulla strada c'erano le vecchie case dei minatori, adesso riconvertite in ostelli.
Vidi questo signore sulla nave... fu come immaginarsi in mezzo all'oceano con un vecchio pescatore a rischiare la vita a caccia di uno squalo. Ovviamente nulla di tutto questo era vero, ma la fantasia ti fa fare strani voli.
Dopo due settimane di sole, sempre alto nel cielo, ecco che poco prima del ritorno a casa posso godere di un rosso tramonto. L'estate sta finendo ed alle porte c'è il lungo e per sei mesi buio inverno.
Non poteva qui mancare la nave di Greenpeace, vista la nota attività norvegese di caccia alle balene
Ecco che la pulcinella di mare decolla! Questi uccelli percorrono diversi metri di corsa sull'acqua prima di raggiungere la velocità giusta per potersi librare in volo.