Il taxi collettivo sul quale viaggiavo esce dalla strada principale per imboccare una anonima stradina che porta dritta verso il nulla. Dopo pochi minuti vedo in lontananza alcune case e capisco che siamo arrivati. Il villaggio di Wadi Rum ha un solo hotel, un paio di piccoli negozi, tante strade polverose ed un piccolo edificio sede della polizia locale. Sono arrivato qui, nel punto esatto da dove molti anni prima Lorence d'Arabia partì per attraversare il deserto alla conquista di Aquaba, e sono deciso ad assaporare la sensazione della vita nel deserto, anche se solo per pochi giorni. Presso l'hotel del paese sono disponibili degli spazi per il campeggio o degli spazi sul tetto; memore di quanto possa fare caldo dentro una tenda, preferisco il tetto e mi sistemo sul lettino messo li per l'occasione.
Dopo una lunga camminata in questo stretto canyon, ecco che si intravede il Tesoro, forse l'immagine più famosa tra tutte le rovine archeologiche del pianeta.
Dopo una lunga camminata in questo stretto canyon, ecco che si intravede il Tesoro, forse l'immagine più famosa tra tutte le rovine archeologiche del pianeta.
Camminando per il sito archeologico è facile imbatteri in queste bancarelle che vendono piccoli oggetti, pietre del luogo, e lattine di bibite fresche (tenute in un freezer sotto ghiaccio)
In cima alla collina, dopo molti minuti di faticosa salita sotto il sole, ecco che si arriva al Monastero, l'altro famosissimo edificio qui a Petra
Vista da lontano, si vede bene come questa struttura sia scavata nella roccia. Mi ha fatto sempre pensare ad una pietra preziosa incastonata nell'oro di un anello.
Nei momenti più caldi della giornata ci fermiamo e accendiamo il fuoco per prapararci un buon thè alla menta.
Mentre io e la mia guida giravamo per il deserto a dorso di cammello, i turisti che compievano la stessa visita a bordo di un mezzo motorizzato si fermavano per godere della nostra ospitalità
Dopo la pausa per il thè, meritato riposo da gustare nei momenti più caldi della giornata, spegnamo il fuoco e siamo pronti per ripartire.
Forse è solo per l'esperienza che ho vissuto, ma penso che questo sia il più bel deserto sulla faccia del pianeta.
Per caso incontrammo un allevatore di dromedari e mi imbattei in questa scena. Scoprii soltanto in quel momento che i piccoli di dromedario sono bianchi.
Grazie alla mia guida, fummo invitati a cena ed a passare la notte nelle tende di questa famiglia di pastori berberi. Le donne mangiarono in una zona separata della tenda, soltanto dopo aver cucinato per noi uomini. Il pasto è sicuramente un intenso momento di condivisione, visto che addirittura si mangia tutti quanti con le mani dallo stesso piatto. Il cibo era davvero ottimo... ma non avrei dovuto mangiare l'insalatina di pomodori lavati con acqua contaminata... io non ho i loro anticorpi!
All'epoca del mio viaggio in Giordania, esisteva (ed immagino esista ancora) un reparto di polizia dedicato alla gestione delle varie problematiche riguardanti le popolazioni berbere. Questi poliziotti vestono abiti tradizionali e portano il pugnale alla cinta. Certo la cosa non si limita a questo, ma questi poliziotti sono culturalmente molto più vicini ai pastori berberi e quindi riescono a svolgere meglio il loro lavoro rispetto ad altri poliziotti. Feci questa foto perchè volevo ricordarmi di questo racconto fattomi da un poliziotto locale.
Il sito archeologico di Jerash è molto ben conservato; in modo particolare lo è l'anfiteatro. Qui è rappresentato l'ingresso al sito.