Diario di viaggio: India 2004


Non ci si ferma di fronte a niente in nome dello sport!

Ladakh - Leh - Settembre 2004

In India il gioco del Polo è piuttosto diffuso; ad ogni modo non sempre lo svolgimento della partita avviene in modo convenzionale. Perche' scrivo questo? Perche' gli indiani sono dei pazzi scatenati ed assistere dal vero ad una partita è stata un'esperienza divertentissima!
Sei contro sei su un campo da polo piu' o meno grande come un campo da calcio. E' una soleggiata giornata di settembre e fortunatamente il vento non soffia forte abbastanza da sollevare nuvoloni di polvere troppo grossi. Le gradinate e gli spalti sono disposti tutt'intorno l'area di gioco, ma stranamente entrano fin dentro il campo creando ostacoli naturali per tutti i giocatori. Un piccolo stupa (una costruzione religiosa buddista) occupa poi una posizione privilegiata qualche metro dentro il campo, piu' o meno verso la tre quarti.

La partita comincia ed il publico si scalda. A parte i cani randagi un po' spaventati ed una vacca un po' spaesata che non si sposta dalla linea di centrocampo, tutti gli altri sono molto emozionati e cercano la posizione migliore per vedere la partita. Essendo le gradinate protese dentro il campo, lo sono di conseguenza anche gli spettatori seduti, me compreso che ero in primissima fila. Molti spettatori che non desiderano stare seduti ma vogliono entrare nell'azione, stanno in piedi a fianco delle gradinate, ovviamente almeno cinque metri dentro il campo. C'e' pure chi decide di vedere la partita da una posizione piu' centrale e si siede sui gradini dello stupa prima citato. Qualche volta la palla viene lanciata casualmente in direzione del pubblico. Vi garantisco che vedersi cavalcare contro dodici cavalieti roteanti i loro bastoni da polo non e' affatto rassicurante, ed ecco che un fuggi fuggi generale di persone fa posto al passaggio dei cavalieri. Per una qualche strana interpretazione del regolamento, non esiste un fallo laterale, e la pallina, finita tra i piedi di uno spettatore, viene dallo steso calciata nuovamente in campo per la prosecuzione naturale della partita. Mentre la radiocronaca al megafono si fa insistente, ad ogni goal rulli di tamburi e suoni di trombe tibetane accompagnano l'evento. Alla fine vincono i rossi chiari mentre i rossi scuri scendono da cavallo sconfitti.

Quello che non vorreste mai accada durante la notte

New Delhi - Agosto 2004

Durante un viaggio in India, fra le tante cose che vi può capitare di fare, ce ne sono alcune a cui sicuramente non potrete rinunciare: dormire, mangiare ed incontrare dei procacciatori d'affari. Questi ultimi non sono generalmente pericolosi, ma in molti casi possono esasperarvi a tal punto da non farvi più capire se state sognando o se davvero l'inverosimile è diventato realtà. Nel complesso ho sempre fatto esperienze bellissime in India, e se vi racconto questa non è per scoraggiare un vostro viaggio, ma piuttosto per prepararvi a cose che comunque possono sempre capitare ad un viaggiatore indipendente. 
Sono le dieci e mezzo di sera, l'aria di Nuova Delhi è densa di umidità  e smog esattamente come l'avevo lasciata sei anni prima. Sono appena sceso dall'aereo e, passata l'immigrazione, mi trovo a dover affrontare la mia decisione di viaggio: visto che ho un biglietto aereo di un volo interno per le nove del mattino dopo, è meglio andare in città e dormire anche solo poche ore, oppure andare direttamente all'aereoporto dei voli domestici e dormire li? Opto per una camera d'albergo, cinque o sei ore di sonno e partenza l'indomani di buon'ora. Del resto non avrei mai immaginato quello che mi sarebbe accaduto; inoltre per qualche strano motivo mi sentivo perfettamente in grado di cavarmela in ogni avversità.

Salgo sull'autobus che mi porterà in centro e qui il primo disguido: invece di inpiegarci circa un quarto d'ora come credevo, passo seduto ad aspettare per circa cinquanta minuti. Scendo a quella che comunemente viene considerata una fermata, ma che a me sembra un qualunque incrocio del centro. Scavando nei mie ricordi ed aiutandomi con la cartina riconosco vagamente dove sono, ma sfortunatamente non riesco ad orientarmi bene. Subito si avvicina il conducente di un Tuc-Tuc: io devo avere la classica aria del turista idiota e spaesato pronto a farsi fregare del denaro ed a lui non par vero di avere per le mani una tale preda a quell'ora di notte.
Mi offre di condurmi al mio hotel per sole dieci rupie; del resto, mi dice, l'hotel è a soli due kilometri da li. A dire il vero avrei scommesso che fosse più vicino, ma del resto il prezzo era oramai fissato e non mi preoccupo. Carico il bagaglio e si parte... si viaggia... si continua a viaggiare... comincio ad impersierirmi ma del resto siamo sempre nei pressi della piazza centrale. Al terzo passaggio di fronte alla stessa banca decisamente mi sono scocciato e comincio a chiedergli se sa dove deve andare; farfuglia qualcosa, sembra lamentarsi... alla fine accenna qualcosa di un diverso hotel, più bello e poco distante... subito capisco la situazione ed alzo la voce, fermo e deciso a farmi portare dove voglio. Dopo cinque minuti ritorna alla carica e si lamenta di non poter raggiungere il posto a causa dei lavori per la metropolitana, riproponendomi un diverso hotel. A questo punto lo guado male e gli ripeto con voce forte ed inequivocabile che voglio raggiungere il posto da me scelto! 
Come per magia eccoci arrivati in meno di un minuto... ma la vera avventura comincia adesso. Trovo la pota dell'hotel sprangata ed un tipo davanti che a braccia conserte ha tutta l'aria di stare ad aspettarmi. Ha un'aria vagamente distinta ma decisamente poco rassicurante. Mi dirigo verso la porta, ma vengo fermato da quell'individuo che mi dice: "Io sono il proprietario dell'hotel ed è tutto esaurito, ma conosco un altro hotel poco distante dove puoi trovare posto". Avrei voluto dirgli che io invece ero Topolino e spiegargli cosa ci avrei fatto col suo consiglio... ma ho preferisco evitare il problema e dare all'autista il nome di un diverso hotel. Sfortunatamente mi sente e mi dice di essere il proprietario anche dell'altro hotel, informandomi che anche lì non avrei trovato posto. E' mezzanotte, sono stanco e decisamente contrariato! Salgo sul mio mezzo e prometto all'autista altre dieci rupie per portarmi via di lì. dopo cento metri gli comunico il nome di un terzo hotel, ma questa volta scelgo qulcosa di categoria superiore, cercando così di evitarmi problemi. Invece il meglio doveva ancora arrivare. Dopo circa dieci minuti lo vedo accostarsi a lato della strada... anzi, di una grossa ma buia e sporca strada. Non capisco cosa sia successo ed al mio sguardo interrogativo lui risponde: "eccoci arrivati all'hotel". Mi pervade un misto di stupore ed incredulità: mi trovavo in un posto buio, davanti ad un muro con un cancello brutto ed arrugginito. Nessun palazzo dietro il muro a testimoniare la pur vaga possibilità che ci siano delle stanze d'albergo nella zona, nessuna insegna, per quanto sgangherata, con la scritta "Hotel": soltanto un signore dall'aria vagamente distinta che mi dice:"Io sono il proprietario dell'hotel e non abbiamo più posto, ma conosco un altro hotel poco distante dove puoi trovare posto". Adesso davvero non ci vedo più dalla rabbia, sbraito con il conducente reo di avermi portato di fronte ad un muro invece che di fronte ad un hotel, ma lui senza fare una piega sostiene di essere di fronte all'hotel e di avermi davvero presentato il proprietario.
E' oramai la mezza ed io non ne posso davvero più. Rinuncio all'idea di un letto e decido di farmi riportare all'aereoporto. Lui cerca di dissuadermi, vedendo sfumata una proficua commissione, ma io non demordo e lo costringo a riportarmi all'aereoporto. Non sembra contento, ma le trecento rupie alla fine non le rifiuta. 
Imboccata la strada per l'aereoporto comincia a darci dentro con l'acceleratore, al punto da farmi preoccupare. "Vai piano!" gli urlo più, ma lui sembra non prestare ascolto alle mie parole; anzi, dopo due o tre volte che gli urlo "Vai piano!", si gira cercando ri rassicurarmi con un "Nessun problema!". Non passa un minuto da quella frase che di colpo inchioda... Bhum!... non capisco cosa sia successo, ma cominciamo a strisciare sull'asfalto con un bruttissimo stridio di lamiera. Fortunatamente non ci ribaltiamo, ma appena fermi il conducente si precipita giù e comincia a far segno a tutti i camion che ci seguivano sperando che nessuno di loro ci investisse. Scendo immediatamente pure io e vedo una scena quasi esilarante nella sua drammaticità: il tuc-tuc poggia esamine per terra e la sua ruota anteriore giace riversa venti metri più indietro. Eccomi lì, in compagina di un truffatore all'una di notte su di una buia strada statale in un punto imprecisato tra New Delhi e l'aereoporto. "Mi sono fatto circa duemila rupie di danni" mi dice. Non me ne importa niente, ma non sto lì a dirglielo; piuttosto osservo la strada in attesa di un altro qualunque mezzo disposto a caricarmi. Arrivato un secondo tuc-tuc ci salgo sopra. Mi sento meglio, avendo un nuovo mezzo ed un nuovo autista, ma... incredibile: il mio vecchio conducente pretende di essere pagato per intero! Decido di non occuparmi del problema e faccio discutere i due conducenti, fermo sulla mia decisione di non spendere una sola rupia di quanto inizialmente stabilito!
Arrivo a questo punto in aereoporto, contento di avere in qualche modo posto una fine a quella specie di incubo. Ci metterò poi solo un paio d'ore a realizzare di essere stato portato al terminal sbagliato, a circa due chilometri da dove avevo chiesto di essere lasciato!!!

Racconti dal mondo
In cammino

Per andare in città molte donne devono percorrere lunghi tragitti... magari con in spalle i loro figli

Piccoli monaci

Molti bambini passano un certo periodo di tempo in monastero... qui ricevono un'educazione in linea con i dettami del Buddismo

La ruota della vita

Con i suoi cicli di rinascite, la ruota della vita buddista è complessa ed affascinante. Un dipinto di questo tipo adorna ogni monastero buddista.

La strada è stretta!

Su queste strette strade di montagna due camion di queste dimensioni fanno davvero fatica a passare... e non sempre ci riescono senza ammaccarsi.

Cucina tibetana

Passammo la notte in una guest-house sperduta in una valle remota del Ladack. La sera la nostra cena era a base di buonissimi ravioli di carne al vapore cucinati su di una stufa a legna.

Maschere tibetane

Non 6egrave; facile per un semplice turista capire i significati delle danze e delle maschere durante alcune festività religiose... ciononostante è molto piacevole assistervi.

Costumi tradizionali

Molte donne partecipavano alle manifestazioni durante le festività religiose con i loro più begli abiti tradizionali.