Diario di viaggio: Laos 2012

Nella terra del sorriso

Prima tappa: Bangkok

Immagine scattata nel Wat Pho a bangkokIl mio viaggio in Laos parte da Bangkok in Thailandia, la terra del sorriso. Effettivamente la gente risponde con molta facilita' ai sorrisi che le si manda. Visitai Bangkok circa dodici anni fa, e devo dire che non è cambiata molto, a parte la grand espansione del "ghetto" dei turisti zaino in spalla dove si concentrano la maggior parte delle sistemazioni economiche della città. E' stato molto bello ritrovare le stesse vie, gli stessi templi, gli stessi mercati, richiamando cosi' alla memoria moltissimi ricordi. Ad ogni modo ho trascorso due giorni molto piacevoli (uno utilizzato per lo piu' a riprendermi dal fuso orario).

Seconda Tappa: Vientiane

Eccomi giunto nel Laos con un treno notte che in mattinata mi ha fatto arrivare nella capitale. Subito evidente la grande differenza tra le due citta', la prima una metropoli, la seconda un grande paesone urbanizzato. La storia travagliata non ha lasciato monumenti storici, a parte un bel tempio e qualche edificio in stile coloniale. Ho visitato i vari templi cittadini, sfidando la pioggia del periodo monsonico. Ha piovuto tutti e tre i giorni della mia permanenza... ma non abbastanza da imedirmi di girare, viste la alte temperature (25 gradi di minima e 35 di massima - umidita': troppa )

Terza tappa: Luang Prabang

Località di richiamo principale del Laos, Luang Prabang ha un'atmosfera davvero piacevole, anche se molto turistica. Molto belli i vari templi buddisti della città, e sicuramente molto interessante la processione dei monaci al mattino. Ogni mattina, infatti, tutti i monaci della città percorrono in processione le strade per ricevere le offerte di cibo dei fedeli. E' un gesto molto autentico e sentito dai buddisti, ma forse un po' troppo spettacolarizzato qui a LP. Passeggiando per la strada principale, noto quancosa che mi incuriosisce: un corso per mahut (conduttori di elefanti). Decido di provare questa esperienza e le dedico tre giorni del mio viaggio. Il corso per conduttori di elefanti é stato breve ed intenso; un breefing di circa dieci minuti per imparare i principali comandi e poi via ad incontrare i nostri uccidermi. Thom Choum, questo era il nome dell'elefante assegnatomi, dormiva in mezzo alla foresta, sul pendio di una piccola collinetta. Non sono sicuro fosse felice di vederci arrivare, ma ad ogni modo, obbedi al comando SONG di tirare Su la zampa per permettermi di usarla come gradino per salire sulla sua testa. PAI PAI e partiamo, QUAI e giriamo a destra, XHAI e giriamo a sinistra, HAO HAO e ci fermiamo, TOI e torniamo indietro. Non è molto contento della mia conduzione, prova a colpirmi con la proboscide, ma lo fermo subito YA YA! 
Arrivati al fiume lo conduciamo nell'acqua per farci il bagno... MAP e si immerge completamente accucciandosi sul letto del fiume, BOUM BOUM, e ci spruzza addosso un po' d'acqua. La giornata è un po' tutta qui, e si ripete per tre giorni due volte al giorno. Quanto a noi, indossato una buffa casacca azzurra, che tra pioggia e bagni nel fiume è sempre fradicia; del resto, però, a fine giornata, tutto il fango, l'odore di elefante e l'acqua del torbido fiume viene spazzato via da una Bella doccia calda.

Terza tappa: Luang Namtha
 
Arrivato a luang namtha entro finalmente in contatto con la più diffusa realtà laotiano, quella cioè di un popolo dedito all'agricoltura, e che vive in villaggi rurali secondo uno stile di vita che poco è cambiato negli ultimi 500 anni. Con una guida locale ed un motorino semiautomatico (100cc) sotto il sedere, partiamo alla scoperta dei villaggi della valle; quattro intensissimi giorni di villaggio in villaggio, mangiando cibo laotiano comprato e cucinato sul posto, e dormendo nelle case degli abitanti dei villaggi. Le abitazioni erano molto semplici, traballanti case di legno costruite Su palafitta, a volte con pareti di bambu intrecciato. Sotto lo spazio per parcheggiare gli utensili agricoli, all'interno una zona dove srotolare un materasso per la notte, ed un angolo dove accendere il fuoco. Il bagno in una baracca fuori dalla casa e la doccia o alla fontana pubblica o nel fiume ove presente.
L'esperienza è stata intensa e gratificante, le persone sono sempre state gentilissime ed ospitali. Ti invitavano a salire nelle loro case e ti offrivano sempre qualcosa, fosse anche solo un bicchiere d'acqua. Quasi sempre amavano farsi fotografare, ma capitava che ti chiedessero di aspettare che si mettessero l'abito bello. Spettacolari i bambini, che , a volte timidi, a volte spavaldi, impazzivano dalle risate e dall'emozione nel vedersi ritratti in una fotografia. Se soltanto i più piccoli potevano essere spaventati (in fondo molti non avevano mai visto un occidentale prima) tutti erano comunque sempre un po' timorosi di fronte ad una persona dall'aspetto tanto strano.
Tra i vari villaggi visitati, alcuni si trovavano lontano dalla strada asfaltata ed arrivarci è stata a dir poco un'impresa. Qui piove tutti i giorni da settimane... ogni lembo di terra è oramai un fiume di fango. Fango, fango ed ancora fango; e quando credi di non poteri infangare ulteriormente, ecco che giungi in un punto in cui affondi seriamente nel fango! Più di una volta Ho dovuto spingere la moto, o perché troppo sprofondata nel fango o perché il terremo era tanto scivoloso da rendere problematico anche il solo camminare. É impressionante pensare che se per me e stata tutto sommato una divertentissima ed estrema avventura, per molta gente affrontare queste strade è l'unico modo di arrivare a Casa.
Visitate ancora Muang Si, e sulla via del ritorno Muang La, mi dirigo verso Phongsavan.

Quarta tappa: Phongsavan e la guerra segreta in Laos

Eccomi giunto a contatto con la storia; una storia spesso sconosciuta a molti occidentali che a volte non sanno nemmeno dove si trovi il Laos. Qui opera intensamente il MAG, una società britannica che di dedica alla bonifica dei territori minati o comunque pieni di ordigni inesplosi. Ero già venuto a contatto con loro in Cambogia, dove ovunque si possono trovare campi minati; qui il MAG si dedica alla bonifica dagli UXO, cioè da tutti quegli ordigni inesplosi rimasti dopo i bombardamenti americani. Ebbene si, qui gli americani hanno bombardato, scaricando tante di quelle bombe da rendere il Laos il paese più bombardato del pianeta. La quantità di kilogrammi di esplosivo lanciato per ogni persona e' impressionante, migliaia di kilogrammi, molti dei quali ancora aspettano di esplodere appena urtati. Non voglio qui fare una lezione di storia, e vi invito quindi a cercare su Youtube dei documentari al riguardo; piuttosto voglio sottolineare come faccia impressione sapere che ovunque può esserci una bomba inesplosa, e che la gente spesso rischia la vita ogni volta che cammina nei campi o per le strade dei villaggi. L'ufficio del MAG propone tutti i giorni una serie di documentari a riguardo, e non c'e' turista che non si fermi per la proiezione. In questo contesto visito la piana delle giare, una serie di siti archeologici dove decine di giare in pietra rimangono a testimonianza dei rituali funerari di un qualche popolo antico. Nel mentre osserviamo curiosi una festa hmong nella quale i contadini fanno combattere tra di loro i loro tori. Mi dirigo poi a Sem Neua, per visitare le grotte nelle quali si rifugiarono i Papet Lao dai bombardamenti americani.

Quinta tappa: il sud

Dopo un lungo spostamento in autobus con sosta di mezza giornata a Vientiane, arrivo nel sud del paese. Non trascorro molti giorni qui, solo quanto basta per visitare Chapasak e le 4000 isole. Il primo è un antico tempio Khmer, l'unico presente in Laos; nulla di spettacolare se paragonato ad Ankor... ma il posto è comunque piacevole e merita la visita. Per quanto riguarda le 4000 isole, l' esperienza di viaggio è completamente differente a seconda di dove ho alloggiato; la località è sicuramente molto bella, ed osservare il lento scorrere del mekong e della vita degli abitanti delle isole e' di fatto lo scopo di una visita in questa regione. Il pernottamento a Don Khang mi ha permesso di vedere la reale vita laotiana sulle sponde del fiume... il pernottamento a Don Det mi ha mostrato la distorsione del turismo zaino in spalla... scriverò presto un articoletto a riguardo.
Adoni modo il mio viaggio in Laos finisce qui, e comincia il ritorno verso Bangkok.

Sesta e ultima tappa: Siem Reap e Bangkok

Sulla via del ritorno passo da Siem Reap per rivedere i Templi di Angkor, già visitati in passato. Qui il turismo ha portato incredibili trasformazioni... il numero di turisti è aumentato vertiginosamente, la cittadina e' diventata una piccola città e sono sorti un po' ovunque guesthouse, pub, sale di massaggio, negozi di souvenir, agenzie di viaggio, ecc. ecc. Le strade del paese, perlomeno le principali, sono state ben sistemate; quello che un tempo era un viaggio allucinante si è ora trasformato in un percorso di due ore di autobus. Anche la visita ai templi ha un fascino diverso... visto il maggior numero di turisti e l'aspetto meno selvaggio del sito. Anche qui, come il primo giorno a Bangkok, continuo a provare sconcerto e stupore paragonando ciò che vedo con ciò che ricordo, ma anche molto piacere nel vedere che qualche tempio in più è ora visitabile e che arrivarci adesso è facile. 
Dopo tre giorni di visita mi sposto a Bangkok, dove il giorno dopo mi imbarco per tornare in Italia
Arrivederci Asia.



Il toro

Il Toro, tenuto legato con una corda per il naso, non sembra essere molto contento della situazione.

Combattimenti tra tori

Molte persone, da vari villaggi sono venute qui per far partecipare i tori ai vari combattimenti. Qualcuno raccoglie le scommesse e... gong! si inizia a combattere

Soprammobili di morte

Il Laos è il paese più bombardato al mondo, tanto che ancora adesso, a distanza di molti anni dalla guerra del Vietnam, ancora decine di persone muoiono a causa degli ordigni inesplosi sparsi praticamente ovunque. E' abbastanza comune entrare in un qualunque locale e trovarlo ornato con residuati bellici.

Rifornimento fai da te

Su molte strade del laos non sono presenti distributori di benzina; tuttavia c'è sempre qualceblocale che compra la benzina in città per poi rivenderla in bottigliette come questa che ho fotografato. Si spera sempre di non trovare un disonesto che allunga la miscela con altri liquidi come l'acqua.

Ogni mattina

Luang Prabang... alle prime luci dell'alba. I monaci buddisti hanno fatto voto di povertà, e la loro sussistenza dipende unicamente dalle offerte dei fedeli. Ogni mattina, alle prime luci dell'alba, tutti i monaci di un monastero escono per le strade e seguono un percorso ben preciso, lungo il quale i fedeli aspettano pazienti di poter fare la loro offerta di cibo. Im questo modo i fedeli acquistano crediti per le loro vite successive.

Animali in vendita

Come sempre i posti più vivi di un paese sono i mercati. Qui sono in vendita delle oche; rinchiuse in stretti cestelli di vimini vengono trattate come oggetti.

L'aratro trainato da buoi

Sembra una scena di duecento anni fa. Non crediate che nel laos non esistano trattori... anzi! Il fatto è che molti terreni sono coltivati da piccoli allevatori spesso poveri.

Bhudda a Louang Prabang

Il sud est asiatico è uno di quei luoghi al mondo dove la spiritualità è molto radicata nelle persone. Ovunque tu vada le immagini del Buddha sono ovunque.

La commerciante di patate

Giravo con il motorino affittato e mi fermai in un villaggio per vedere cosa stesse accadendo. Una serie di persone stavano segando dei tronchi per il fuoco e questa signora stava aspettando di riuscire a vendere le sue patate.

Impantanato

La stagione delle piogge! Nei quaranta giorni del mio viaggio ha piovuto per esattamente quaranta giorni. In un paese dove la maggior parte delle strade è sterrata, questo produce enormi fiumi di fango che le persone del luogo, abilissimi motociclisti, percorrono quotidianamente. Io ho avuto qualche piccolo problema... e tenete presente che questo motorino è tenuto in piedi soltanto dal fango!

Benvenuto!

Girai tre giorni per villaggi insieme alla mia guida... abbiamo incontrato gente, giocato con i bambini... siamo sempre stati i benvenuti.

Al mercato

Il cuore di un mercato sono sempre le merci ed il denaro

Scappa!

Ehi, fotografo! Quei tori stanno venendo nella tua direzione... scappa!

Gesti quotidiani

Questa immagine rappresenta molto bene uno dei gesti quotidiani di un monaco. La raccolta delle offerte fatta alle prime luci del mattino.

Combattimenti

I combattimenti tra tori sono molto diffusi in questa regione ed attirano molte persone tra partecipanti e spettatori.

La pesca nel canale

Nei miei giri in motorino mi imbattei in questa scena. Queste ragazze, non senza una discreta fatica, raccoglievano alcuni pesci immergendo e riportando in superficie queste grandi e pesanti reti.

Bancarelle lungo la strada

Passando con il motorino, vidi questa fila di bancarelle coperte lungo la strada. Mi fermai a comprare un po' di frutta e scherzai con queste ragazze mentre scattavo alcune fotografie. Credo che trovassero il mio comportamento molto buffo.

La pipa

L'uso della pipa è molto diffuso tra gli adulti del villaggio.

Buddha

Non mi è ben chiaro quale sia il motivo per il quale in ogni luogo di culto buddista il numero di immagini del Buddha sia sempre grandissimo, ad ogni modo se vi soffermate a osservare vedrete sempre un gran numero di statue ed immagini. In questa fotografia ne ho isolate due che ho trovato particolarmente suggestive. Mi trovavo a Louang Prabang.

A pesca il mattino presto

Non so quale sia il miglior momento per pescare... per queste persone, sulle rive del Mekong, è al mattino presto quando il sole è ancora basso all'orizzonte.

Barriere insormontabili

Questa signora era molto gentile ed ospitale. Facemmo tappa per il pranzo durante un trasferimento con un mezzo pubblico da Luang Prabang verso nord. In un momento di pausa provai a scambiare due parole, ma la barriera linguistica questa volta è risultata insormontabile.

Risaie

La coltivazione del riso è l'attività principale del paese. I paesaggi, quando il riso è giovane e di un intenso verde, sono davvero spettacolari

L'agricoltore

Siamo sulle rive del Mekong, in uno sperduto villaggio dove il turismo spesso invadente si affianca ad una vita rurale semplice ed arcaica. In questo campo di riso il contadino ha passato ore intere per smuovere il terreno con l'aiuto di strumenti trainati da animali. L'agricoltura è la principale fonte di sussistenza... e mi è stato detto che parte della popolazione vive nell'incertezza del cibo.

Pesce grigliato

Ancora una volta, nel mezzo di un mercato agricolo, ho trovato chi il cibo lo vende già cucinato. Questi pesci erano davvero invitanti... se ti piace il pesce, ovviamente!

Il monaco

Mentre scambiavo due parole con questo monaco, durante una visita ad un antico tempio distrutto dai bombardamenti, ricordo che mi raccontò di quando, durante la guerra, sparava verso gli aerei americani che rigurgitavano bombe ovunque ed indiscriminatamente.

Serenità ed ospitalità

A volte capita, nel fare una foto, che la persona fotografata sfoggi un sorriso profondamente sincero ed ospitale. Persone come questa farebbero sentire a casa viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

La pesca nel canale

Una cosa che ho notato è che i laotiani non si fermano mai. Molti nel paese non hanno la certezza del cibo, e dedicano ogni minuto libero, oltre la coltivazione dei campi, ad altre attività quali la pesca.

Ritratti

Mi è sempre piaciuto scattare ritratti di persone di culture profondamente differente dalla mia.

Attento arrivano!

Alla fine del combattimento dei tori, il toro perdente scappa ed il vincitore lo insegue per alcune decine di metri... tutti gli spettatori che stavano in cerchio intorno ai due animali adesso scappano!

Il momento delle offerte

Alla mattina, ogni mattina, i devoti aspettano sull'uscio di casa l'arrivo dei monaci per offrire loro cibo in cambio di crediti per una migliore vita nella prossima reincarnazione.

L'anziano del villaggio

Scena di quotidianeità in un villaggio laotiano.