Diario di viaggio: Egitto - agosto 2010

Tra abbia, mare e piramidi.


Il Cairo

È il 29 agosto del 2010 ed il mio aereo è appena atterrato sul suolo Egiziano. Comprato il visto d'ingresso e ritirato il bagaglio trovo ad aspettarmi un ragazzotto di nome Solo pronto a portarmi all'hotel. Saliti sulla sua vecchia FIAT 131, ci lanciamo nel traffico cittadino, praticamente consistente in un'unica coda lunga più o meno tutto il percorso dall'aereoporto al centro città. Sapevo che il traffico sarebbe stato caotico, ma non mi aspettavo un certo livello di anarchia. La segnaletica a terra viene del tutto ignorata, per cui strade a tre corsie si trasformano automaticamente in superstrade a quattro file di auto. Le auto sono tanto vicine che non mi azzardo a mettere il braccio fuori dal finestrino. L'uso del clacson riflette poi un certo livello di isteria collettiva, visto che si suona per ogni motivo... per dire che stai arrivando, per dire che sei attivato, per dire di astare attento, per dire di averti visto, per dire ciao oppure anche senza motivo apparente! Non si può poi non notare l'indegna quantità di sporcizia presente ovunque... pensavo che Nuova Delhi fosse sporca... ma adesso ho visitato anche il Cairo. Scoprirò poi che la cosa si estende a tutto L'Egitto. Il mio hotel non è poi male; piuttosto accogliente, si trova all'ultimo piano di un palazzo fatiscente; uno di quei palazzi in cui avrei paura ad entrare, tanto poco è rassicurante è il suo aspetto. Dedico la giornata seguente alla visita della città, il museo egizio, il cairo Copto, La moschea ed il vicino souk.
Sebbene abbia visto delle belle cose, è pur sempre una grande megalopoli, e non riesce ad affascinarmi più di tanto.
Mi piace il mio negozio

Il proprietario di questo negozio per turisti era molto orgoglioso del suo negozio ed era molto contento del fatto che io avessi piacere a fotografarlo.

Il banco delle spezie

Come in tutti i paesi di questa parte del mondo le spezie assumono un ruolo importante nella cucina locale e, di conseguenza, diventano anche tipici regali che i turisti fanno agli amici a casa.

Il verduriere

Al mercato di frutta e verdura questo banco attirò subito la mia attenzione. Mi sono sempre chiesto cosa pensasse l'uomo di me mentre facevo la fotografia.

Ancora spezie!

Ricordo che comprai qui tutti i sacchetti di peperoncino che portai in regalo ai miei amici. Mi piacque l'idea di fare spese in un vero negozio e non in una bancarella per turisti.

Il souk del Cairo

Il mercato del Cairo è suddiviso in due parti, una delle quali più dedicata ai turisti. Puoi girare qui per ore... ma un po' si è perso il fascino origianle dei luoghi

Il ferramenta

In un piccolo mercato di una piccola via sperduta nella megalopoli questo ragazzo ha una bancarella di utensili ed attrezzi. E' un ferramenta fornitissimo!

Il terzo giorno lo dedico alle piramidi: le piramidi della piana di Giza, la piramide a gradoni, la piramide rossa e quella romboidale. Lo spettacolo è ovviamente impressionante, ma, complice un cielo nuvoloso e carico di sabbia per il vento, non molto gratificante, visto che le piramidi addirittura non erano un gran che visibli. Ad ogni modo, dopo tanti viaggi, ho finalmente visto le piramidi. Tristissimo invece è stato il giro a cavallo attorno alle piramidi... lo racconto con il solo intento di scoraggiare chiunque dall'intraprendere una simile esprerienza. A parte che risulta difficile vedere l'alba se si parte dopo l'alba, ma la cosa terrificante è ritrovarsi in mezzo ad una folla di locali e turisti, tutti che si muovono tra le dune e le case vicino all'ingresso del sito delle piramidi. Centinaia di persone, fanno la spola tra la collina più alta e le stalle, chi a cavallo, chi in cammello, chi in moto, chi in fuoristrada. Le moto schizzano veloci, impennando e spaventando i cavalli; le macchine sfrecciano veloci contando sul fatto che tanto prima o poi tu ti scansi. Il percorso che segui costeggia il muro di cinta del sito, facendosi strada tra cumuli di immondizia e cadaveri abbandonati di cavalli e di cani. Tutta questa zona di deserto è poi coperta di immondizia e ossa di animali spolpate da quanche predatore. L'odore dello smog e delle bestie si mescola con l'odore dell'immondizia in putrefazione. Evitatevi tutto ciò.
La piramide di Cheope

Forse uno dei monumenti più conosciuti al mondo, non si può che rimanere sbigottiti di fronte alla sua imponenza

Cartolina dall'Egitto

Credo che ogni singolo turista che sia mai andato in Egitto abbia scattato esattamente questa foto

La sfinge

E' un'emozione osservare un monumento di cui fin da bambino ne conoscevi l'esistenza e l'imponenza.


Le oasi ed il deserto occidentale

L'autobus per Al-Bahariya parte alle 8:00 del mattino. Impiegherà cinque ore a raggiungere la destinazione. L'oasi ha al centro il villaggio di Bawiti; una anonima cittadina con qualche negozio, un paio di ristoranti, e decine di persone pronte a portarti in jeep nel deserto. Dopo aver organizzato un giro di tre giorni tutto fuoristrada dall'oasi di bahariya fino all'oasi di Dakhla, mi preparo per il pranzo. Ci sono soltanto due ristoranti; il primo che visito mi fa passare l'appetito... il secondo mi fa quasi rimpiangere il primo. Mi siedo, ed il padrone viene a salutarmi stringendomi la mano; un misto di unto e sudore mi rimane appiccicato, e vado quindi a rilavarmi le mani in un lavandino nel cortiletto. Il ristorante è a conduzione famigliare; praticamente una delle stanze della casa è stata adibita a ristorante con un TV, qualche tavolo ed un frigo. Non c'è un menù ufficiale; il padrone mi chiede se mi va bene del pollo e non posso far altro che rispondere di si. Dopo nemmeno un minuto mi porta un'anca di pollo, un piatto di riso in bianco, patate lesse con sugo, un'indalata di pomodori e cetrioli e quella che credo essere una minestrina di brodo e riso. Vista la velocità nel servirmi, ed il fatto che era quasi tutto caldo, mi chiedo se questo cibo non sia stato semplicemente prelevato dal piatto di qualcuno della famiglia. In realtà era poi tutto buono... a parte forse il riso che ho preferito lasciare al prossimo cliente. Organizzato il mio viaggio per i tre giorni seguenti, esploro un po' la cittadina e poi vado a dormire. È mattina e sono circa le nove; è ora di partire per il deserto. Ovviamente la puntualità non è esattamente una dote egizia, quindi prima di essere pronti si fanno le undici e mezza. Il giro mi porta a visitare tutta una serie di luoghi nei dintorni dell'oasi di Bahariya e dell'oasi di Falafra, fondamentalmente il deserto nero ed il deserto bianco. I posti sono davvero molto suggestivi e le varie formazioni rocciose davvero particolari e interessanti da vedere.
Paesaggio desertico

Questo scorcio di deserto ha un aspetto davvero particolare. Dall'alto di una di queste colline la vista è mozzafiato e lo sguardo spazia verso tutto l'orizzonte.

Le sculture del vento

Quando il vento carico di sabbia soffia forte, modella le rocce dandogli forme molto particolari.

La gallina sotto l'albero

Come nelle nuvole ognuno vede le figure che vuole, così qui molti vedono nelle rocce una gallina che guarda un albero.

Dormiamo sotto le stelle, mentre vengono a farci visita le volpi del deserto per vedere se abbiamo qualche avanzo della cena. Successivamente, il giorno dopo, partiamo per l'oasi di Dakhla, percorrendo una lunga pista nel deserto, che ci porta a vedere paesaggi continuamente diversi e sempre molto suggestivi. Rimane costante il caldo, che sebbene sia un caldo secco, raggiunge livelli difficilmente sopportabili. Nelle ore più calde ogni ogetto che tocco è caldo se non bollente... anche l'acqua che uso per bagnarmi la fronte scotta nella mia mano! Persino un accendino, lasciato incautamente incustodito dalla guida, sebbene stesse all'ombra, non ha sopportato il caldo ed è esploso! Ci accampiamo nei pressi dell'oasi per la seconda notte nel deserto; il mattino dopo arriveremo a destinazione.
Il falò

Passammo la notte in tenda... ma prima trascorremmo la serata davanti al fuoco nel silenzio del deserto.

Prospettive differenti

Quello che la sera ha un certo aspetto, la mattina ha un aspetto ed un colore differente. Sebbene si possa credere che il deserto sia sempre lo stesso, esso invece cambia di colore ed atmosfera durante la giornata.

Rifornimento di acqua

A metà del viaggio ci fermammo per prendere dell'acqua. La fonte era di proprietà di un allevatore che subito comparve a cavallo del suo mulo. Le guide ringraziarono l'uomo della sua generosità ripagandolo con del pane.

Insabbiati

Non era certo la prima volta che mi accadeva... di fatto è un inconveniente che capita spesso quando si guida nel deserto.

Il villaggio di Al-Quasr

Un antico villaggio oramai abbandonato dove solo qualche edificio è ancora usato come magazzino

Arrivati a Dakhla il terzo giono, mi sistemo nell'unico hotel nel centro del villaggio di Al-Quasr, un luogo molto semplice ed un po' polveroso, ma gestito da un simpaticissimo signore di nome Mohamed che riesce a procurarti tutto quel confort necessario per farti sentire a tuo agio. Ovviamente è necessario dormire sul tetto, perchè nella stanza fa decisamente troppo caldo! Dopo una giornata di sole i muri dell'edificio sono talmente caldi che non credo l'aria all'interno sia mai scesa a temperature decenti... sotto i 36/37 gradi. Sistemati i bagagli visito l'antico villaggio ottomano, una piccola perla giunta ben conservata fino ai giorni nostri. Nella visita mi accompagna una guida che mi mostra i punti più interessanti, ed un ragazzino che, alla fine della visita, mi mostra la bottega di un realizzatore di vasi in creta. Ovviamente subito questo si prodiga nella reaizzazione di un paio di oggetti in cambio di una piccola mancia.
A lavoro nel villaggio

Nell'oasi si coltiva e si alleva bestiame... il lavoro sotto il sole è un lavoro duro.

Edifici di Al-Quasr

Molti scorci di questo villaggio hanno ancora un fascino speciale.

La bottega dell'artigiano

Nel villaggio alcuni artigiano hanno ancora la loro bottega. I ragazzini che ti fanno da guida ricevono da lui una piccola ricompensa se compri qualcosa.


Luxor

Con un taxi privato, dividendo la spesa con una famiglia francese al loro secondo viaggio in Egitto, mi sposto dall'oasi dome mi trovo fino a Luxor. Il viaggio è lungo e un po' faticoso, visto il caldo soffocante. Arrivo però a destinazione risparmiando almeno un giorno. A luxor mi immergo nella visita delle rovine del tempio di Karnak e di Luxor, per poi visitare le tombe degli antichi faraoni nella valle dei re. I templi di Luxor e Karnak sono davvero maestosi; dopo quattromila anni sono giunti a noi molto ben conservati, e sicuramente intatti nella loro maestosità. Impressionanti sono soprattutto le colonne, di dimensioni enormi, ed alcune statue. In molti punti si vedono ancora i resti degli antichi colori, e provo ad immaginarmi questi due templi al massimo del loro spendore.
Karnak - le colonne maestose

E' impressionante pensare che uomini senza l'aiuto di macchinari pesanti abbiano potuto costruire tutto questo.

Karnak - geroglifici

Molti geroglifici sono assolutamente ben conservati e ci hanno tramandato la storia di questo popolo

Karnak - all'ombra delle colonne

Il caldo torrido rende l'ombra di queste colonne molto gradevole, specialmente se hai il desiderio di schiacciare un pisolino.

Karnak - statue

La magnificenza del sito di porta ad osservare statua per statua.

Karnak - colori sulle colonne

I colori sono la prima cosa che si perde nei siti archeologici; quando rimangono preservati fanno luce su quello che doveva essere il vero aspetto di questi luoghi.

Karnak - il guardiano

Vedendo le persone tra le rovine del tempio, immagino gli egiziani antichi vivere in questi luoghi ed adorare i loro dei.

Luxor - La moschea nel tempio

Questa moschea mi colpì molto visto che si trova a ridosso del tempio. Il suo ingresso è dalla strada, ma la sua posizione colpisce subito la mia curiosità

Le colonne di Luxor

La forma di queste colonne colpisce subito l'occhio del visitatore

Luxor - Statue tra le colonne

Per il popolo che entrava nel tempio queste statue, di dimensioni considerevoli, dovevano incutere un profondo senso di timore e rispetto.

Proporzioni

In questa foto si vede molto bene quali siano le differenti proporzioni tra le persone e le statue.

Prospettiva

Ci si sente davvero piccoli al cospetto di tali statue.

Dall'alto

Anche se guardate dall'alto le statue egizie appaiono giganti...

Il giorno dopo, prendendo un'auto ed un autista visito anche i templi di Abeydos e Dendara, poco distanti da Luxor. Nonostante tutti gli incontri che ho avuto con la gente del posto siano stati ben più che amichevoli, ho dovuto richiedere un permesso alla polizia per intraprendere il viaggio. Ad ogni punto di controllo, l'ufficiale di servizio ci attendeva, ci interrogava su chi fossimo, da dove venissimo e dove andassimo, e poi ci lasciava passare. Anche questi templi sono particolarmente maestosi e meritano certamente una visita. Diverso è il discorso della visita alle tombe dei re, delle regine e dei nobili. Le tombe dei nobili non sono affatto maestose; al contrario da fuori sono niente di più che un buco in una parete di roccia. Altro discorso una volta che ci si entra... sale completamente decorate i cui colori hanno mantenuto la vividezza che avevano quattromila anni fa. Visito una quindicina di tombe diverse e tutte sono tra loro molto differenti per forma, dimesione e decorazioni; ognuna di esse merita una visita. Per quanto riguarda la visita della città, ho trovato molto caratteristico è il mercato cittadino, non quello turistico, ma quello locale, dove la gente si reca per comprare quello che le serve. Affollato, rumoroso, colorato e pieno di odori; la gente è in genere cordiale ed è piacevole fermarsi a scambiare un paio di parole. Qui a Luxor c'è stata una netta divinsione tra i commercianti che vendono souvenir e quelli che vendono prodotti per la gente del luogo.
Colossi di Memnone

All'ingresso della valle dei templi i Colossi di Memnone sono immensi.

Colonne

La maestosità degli edifici è impressionante.

Colori sulle colonne

Quando le tracce del passato sono più evidenti, il fascino dell'antico Egitto è ancora magiore.

Geroglifici

Se sapessi leggere i geroglifici mi appassionerebbe molto passare del tempo a tradurre.

Fumare in compagnia

Fumare in compagnia è un'attività molto diffusa. Se non ti rechi nelle apposite caffetterie di città, anche solo il cortile di casa diventa un ottimo posto di ritrovo. Ricordo che il tassista mi disse di stare attento in quella zona... fortunatamente ricordo anche di avere incontrato soltanto gente gentile ed ospitale.

La tua guida per un paio di monete.

Fui catturato da questo ragazzino che voleva assolutamente farmi da guida. Parlava inglese sufficientemente bene ed effettivamente ricordo di avere ascoltato con piacere le sue spiegazioni. Probabilmente si è scocciato un po' per il fatto che camminavo lentamente volendo io anche fare fotografie.

Ancora vestigia dal passato

Ogni singolo tempo è affascinante e vale la pena di essere visitato... ma è anche vero che al centesimo che visiti cominciano a sembrarti tutti uguali.


Assuan

Il treno per Assuan parte alle 9:30 dal secondo binario; ce n'è anche uno alle 8:30, ma sono stanco e voglio dormire un'oretta in più. La biglietteria non mi ha voluto fare il biglietto; mi ha anzi detto che l'unico treno è quallo delle 18:00. L'ufficio informazioni turistiche mi ha invece detto che il biglietto devo farlo sul treno... ma non mi è del tutto chiaro il motivo, visto che i passeggeri egiziani hanno il loro biglietto. Non indago ulteriormente ed arrivo alle 12:30 a destinazione. Assuan è una cittadina molto più ordinata e pulita di Luxor; nel suo porto sono attraccate moltissime feluche, l'imbarcazioni tipiche egiziane, oltre che i grandi alberghi galleggianti delle crociere sul nilo. Il mercato locale è molto meglio tenuto, con il suo pavimento ben lastricato, e sebbene molto turistico, ha anche un suo lato un po' meno finto. Anche qui, come a Luxor, i commercianti riescono a esasperarti; è infatti del tutto impossibile camminare senza essere fermato da qualcuno ogni tre o quattro metri. In tutti i modi cercano di intrattenere un discorso, tutti più o meno nello stesso modo, e l'unico modo per sopravvivere è ignorarli del tutto. In città le attrattive non sono poi così tante; degno di nota è l'obelisco incompiuto, forse il più grande monolito esistente al mondo... se fosse stato terminato; ed il tempio di File, spostato pietra dopo pietra per preservarlo dalle acque del lago artificiale conseguente la costruzione della diga. Interessante passeggiare per gli stretti vicoli del villaggio nubiano nell'isola Elefantina, peccato solo che qui, come del resto in tutto l'Egitto, ogni angolo di strada sia un buon posto per una discarica. Forse una delle scene più suggestive è l'immagine del porto al tramonto, con le sue decine di feluche attraccate.
Il porto di Assuan

Al molo del porto di Assuan sono ormeggiate decine di feluche. Molte sono utilizzare da pescatori, altre sono destinate a portare i turisti a fare escursioni lungo il Nilo. Sul molo ci sono sempre i procacciatori d'affari che, con instancabile costanza, tentano di venderti più o meno costose escursioni.


Abu Simbel

Assuan è soprattutto il punto di partenza per visitare i templi di Ramsesse II ad Abu Simbel. Sono veramente imressionanti e per molti aspetti mi ricordano le rovine di Petra. Gran parte del piacere della visita viene comunque dal fatto che ho deciso di dormire una notte nel paese, per dedicarmi con calma alla visita. Ho visitato infatti i templi due volte; la prima in giornata da Assuan, ma le molte ore di viaggio e la breve permanenza nel sito non mi hanno fatto godere la visita. Dormendo nel paese ho avuto sicuramente molto più tempo, ed ho quindi potuto entrare un po' in contatto col la gente del luogo. La loro gentilezza ed ospitalità, la loro semplicit&agrve; ed allegria stonano molto con la preoccupazione della polizia che non solo controlla se sotto i bus dei turisti ci sono delle bombe, ma si agita e cerca di dissuaderti se cerchi di girare per fatti tuoi per il villaggio invece di andartene subito in albergo.
Abu Simbel

Di tutti i siti egizi questo è senza dubbio il più maestoso.

Abu Simbel

Ogni giorno centinaia di turisti affollano il sito ammirando le enormi statue.

Abu Simbel

Abu Simbel vale senza dubbio la visita di un paio di giorni; non tanto per visitare il sito, quanto per godere del suo fascino.

Abu Simbel - Ramses II

Le immense statue di Ramses II dominano il paesaggio

Abu Simbel - turisti alla riscossa

Cercare di fare fotografie in questo sito è davvero difficile; in ogni istante ci sarà sempre qualche turista nell'inquadratura!

Il piccolo negozio

Le persone nei negozi sono molto amichevoli e hanno piacere a farsi fotografare.

Al mercato del pesce

Il Nilo è fonte di vita... al mercato è sempre possibile trovare pesce fresco

Il pescivendolo

Ricordo che passai un po' di tempo a scambiare due parole con questo signore. Mi raccontò un po' della sua vita e del suo frigo nuovo per conservare il pesce.

Pesci in esposizione

Non sono sicuro di apprezzare come questi pesci vengano conservati...

Il ferramenta

Spesso nei negozi la maggior parte dei prodotti in vendita è esposta sietro il bancone

Pescato fresco

Il pesce appena pescato è in esposizione per la vendita

Il macellaio

La carne, appesa in esposizione, viene tagliata davanti al cliente su un tagliere di legno spesso.

All'interno del tempio

All'interno del tempio un paio di stanze le cui pareti sono coperte di geroglifici

Proporzioni

Anche qui, come in molti siti egizi, le proporzioni tra le statue e le persone sono impressionanti

Proporzioni

Verso sera, quando molti dei turisti sono andati via, rimaniamo solo più io ed il guardiano.


Il Sinai - Dahab

La partenza da Abu Simbel era prevista verso l'una del pomeriggio; l'incontro fortuito con altri quattro viaggiatori spagnoli ci ha permesso di affittare un minibus tutto per noi e partire tre ore prima. La nostra speranza di non doverci unire ad un convoglio di autobus turistici è risultata comunque vana. Arrivato alla stazione di Assuan, trovo una coincidenza che mi fa arrivare a Luxor verso le sei e mezza del pomeriggio; qui una seconda coincidenza mi porta a Suez con un viaggio notturno di quelli con aria condizionata a 14 gradi... che freddo! A suez la stazione degli autobus sembra davvero un posto disperso nel nulla; ad ogni modo dopo alcune ore parte un autobus per Dahab, dove arrivo alle 19:00pm circa. Dopo una giornata di meritato riposo, la sera successiva si parte per scalare il monte Sinai e visitare il monastero di Santa Caterina. La partenza è fissata per le 11 di sera; arriviamo al monastero intorno alle due e cominciamo la scalata del monte Sinai. Alcuni scelgono di salire utilizzando i cammelli che i beduini mettono a disposizione, ma i più decidono per la salita a piedi. Vedere l'alba dalla cima del monte è un'esperienza che certamente vale la fatica delle due ore ci scalata notturna. Il monastero poi merita certamente una visita, essendo la chiesa cristiana più antica al mondo, dove viene conservato l'arbusto infuocato sotto la cui forma Dio parlò a Mosè.
L'alba sul monte Sinai

E' solo un'alba e ne ho viste tante altre e più spettacolari... ma per qualche motivo ero contento di essermi svegliato alle quattro del mattino per vedere questa alba dalla sommità di questo monte. Non per motivi religiosi... soltanto per poter dire di esserci stato.

Il monastero di santa Caterina

Questo monastero, dalle antichissime origini, è situato al fondo di una valle in un paesaggio molto suggestivo.

Il roveto ardente.

E' questo rappresentato in questa foto il roveto ardente di cui si parla nella bibbia... ho qualche dubbio, ma tutto sommato perché non crederci! (p.s.: per vari motivi a mio parere)

L'imprevisto in agguato

Un'unica strada collega il monastero alla costa ed al mio albergo... capite che in questo caso trovarsi dal lato sbagliato è un vero problema se è tua intenzione tornare in albergo per passare la notte. Noi che volevamo tornare in albergo eravamo bloccati... i turisti che salivano per andare a visitare il monastero non potevano... ci siamo scambiati i taxi!

Bancarella sulla strada

Sulla strada ci sono sempre piccole bancarelle di oggetti e souvenir vari. L'autista si ferma sempre per indurre i turisti a comprare qualcosa; in questo modo lui riceverà una commissione dal proprietario della bancarella.

Osservando il paesaggio

I paesaggi desertici hanno un fascino davvero speciale; grandi spazi, oramai a noi cittadini sconosciuti, si estendono di fronte alla tua vista e rapiscono i tuoi pensieri

Sculture del vento

Un po' in tutti i deserti del mondo ci sono roccie scavate e modellate dal vento... ed un po' ovunque ci sono tour che portano i turisti ad ammirarle.

La parete

Camminando nel canyon ovunque noti le forme delle pareti scavare dall'acqua e dal vento. In molti casi si creano disegni particolarmente belli, anche per il fatto che il colore stesso della roccia è molto bello.

La vita

Una pianta verde e rigogliosa non può che attirare l'attenzione in un arido deserto.

I colori della pietra

I colori delle pareti di roccia del canyon sono davvero spettacolari!

La visita a Dahab, continua con una immersione subacquea per vedere la bellissima barriera corallina vicina alla spiaggia. Mi immagino cosa debbano essere i siti di immersione veri e propri. per chi lo desidera sono disponibili dei corsi che in tre o quattro giorni ti permettono di conseguire il brevetto PADI Open Water. Decido invece di aggregarmi ad un tour organizzato che mi porta a visitare la città di Gerusalemme, ma prima un'escursione in Jeep nel deserto per visitare due canyons che a detta delle agenzie sono particolarmente belli da vedere. Effettivamente valgono la spesa della visita, senza però essere esattamente spettacolari. È comunque interessante vedere come si svolge la vita per le cinque famiglie che vivono nell'oasi dove abbiamo mangiato a metà della giornata.

Gerusalemme

La visita di Gerusalemme non è stata esattamente fatta nel mio solito stile di viaggio. Non sono infatti abituato a prendere parte ad un tour su di un autobus da sessanta posti! Ad ogni modo il mio interesse era soltanto visitare la città in poco tempo e senza fatica, visto che oramai il viaggio volgeva al termine. Il passaggio della frontiera è stato sicuramente il più particolare che io habbia mai fatto. Mi hanno controllato il passaporto una prima volta, facendomi una serie di domande su di me, chi sono, dove vado, dove sono i miei compagni di viaggio, perchè entro in Israele, ecc. Dopo una lunga coda mi ricontrollano il passaporto, ma questa volta il fatto che viaggio da solo li insospettisce maggiormente e decidono di separarmi dal mio bagaglio, per poi farmi una seconda serie di domande: quando dono nato, dove abito, che mestiere faccio, che mestiere facevo prima, perchè ho cambiato, quando sono atterrato al Cairo, che giro ho fatto in Egitto, in quale hotel risiedo, se ho la chave dell'hotel nel bagaglio, che sto trasportando un pacchetto per conto di qualcuno, se tutto ciò che ho nello zanio appartiene a me... soddisfatti della disinvoltura con cui ho risposto mi hanno fatto poi proseguire per il controllo del bagaglio ai raggi x e il successivo ingresso nel paese con il timbro sul passaporto. Il giro comprendeva una prima fermata sulle sponde del mar morto, dove abbiamo trascorso un'oretta divertendoci a galleggiare nelle acque più salate del pianeta. Successivamente abbiamo visitato la Chiesa della Natività a Betlemme, all'interno dei territori occupati. Nell'entrare a Gerusalemme, non si può non notare il muro di cemento che gli israeliani hanno costruito nel 2004 e che separa gerusalemme est da Gerusalemme ovest. I passaggi ai vari chec-point sono sempre lenti e minuzioni, ma mai problematici. Arriviamo al muro del pianto, poi ci dirigiamo attraverso il mercato arabo verso la Chiesa del Santo Sepolcro. Questa è davvero bellissima, e devo ammettere che la visita è stata in un certo senso emozionante. Non tutte le persone del gruppo l'hanno però visitata... due ragazzi italiani si sono persi a Gerusalemme e siamo stati poi costretti a lasciarli li... ma ho poi saputo che la guida li ha ritrovati e ha organizzato il loro ritorno in Egitto.

Alessandria

Un lungo tragitto in autobus mi porta ad Alessandria. Qui non ci sono particolari siti che meritino una visita, e quei pochi che ci sono non sono poi così impressionanti. Ad ogni modo è piacevole osservare il punto esatto dove sorgeva il grande colosso di Rodi, e la moderna struttura della nuova biblioteca di Alessandria, che promette di eguagliare in prestigio quella antica. Dopo una visita alla città mi immergo nei mercati locali per avere un assaggio della vita quotidiana degli alessandrini.
Il forte sul mare

Vale la pena di fare una visita a questo forte, sebbene non sia certo qui lo scopo di un viaggio in Egitto.

Una piccola sfinge

Qui ad Alessandria le rovine egizie sono di certo molto meno imponenti, ma vale la pena farci un salto.

Il banco del pesce

Se pochi metri più in la il pesce viene grigliato, qui viene venduto fresco per la gioia di chi a casa vuole cucinarlo con la sua personale ricetta.

Il mercato dei contadini

Adoro passeggiare per le vie dei mercati... gli odori forti, i colori intensi, le persone che si accalcano e contrattano. Credo che esistano pochi posti al mondo che brulicano di vita vera come i mercati.

Pesce alla brace

Se pochi metri più in la il pesce veniva venduto fresco, qui veniva invece grigliato per il piacere di chi fosse in quel momento affamato.

Il fabbro

ci vuole grande abilità nell'aggiustare vecchi oggetti di metallo, e questo signore mostrò davanti a me quanto fosse abile nel suo lavoro.

Fili di pastella fritti

Non ho idea di quale sia il vero nome di questo cibo... ricordo solo la maestria con cui preparava le strisce di pastella che poi avrebbe fritto. Ricordo anche come fosse insistente nel chiedermi di fargli una fotografia :-)

Il barbiere

Fu lui a chiamarmi con il suo stentato ma comprensibile inglese. Mi vide passare sul marciapiede davanti alla vetrina e mi invitò ad entrare. Faceva così con tutti i turisti, e mi mostrò il suo libro con brevi frasi scritte da turisti provenienti da ogni parte del mondo.

Il negozio del barbiere

Questo locale credo non sia stato rinnovato da quando il suo proprietario ha cominciato l'attività. I segni del tempo sono assolutamente visibili e ti fanno pensare ad una lunga storia di persone che sono entrate qui a farsi fare barba e capelli.

Orgoglioso del mio banco

Al mercato ho sempre trovato gente che provava piacere nel farsi fotografare. Se trovavo qualcosa che mi piacesse non mancavo di comprare qualcosa in cambio.

Cibo di strada

I mercati più affollati sono ottimi posti dove fare uno spuntino. C'è sempre qualcuno che prepara qualcosa di molto appetitoso. In questo caso abbiamo spiedini di carne alla brace! Buon appetito!


Siwa

Da Alessandria mi dirigo a Siwa, un'oasi nel mezzo del deserto, piuttosto lontana dai classici itinerari turistici. L'oasi in se ha un suo fascino; le rovine, il palmeto, la gente... se ci si vuole rilassare decisamente questo è il luogo ideale. La cosa strana, alla quale non sono proprio venuto a capo, è che ho trovato tutto chiuso. I negozi aprono solo poche ore, turisti non se ne vedono, le decine di agenzie che organizzano giri turistici sono chiuse. Forse il tutto si spiega con l'essere in bassa stagione e nel pieno del ramadan... chissà! Ad ogni modo dopo la visita all'oasi ritorno al Cairo, dove passerò gli ultimi giorni prima della partenza.
L'ingresso a Siwa

Siwa è una cittadina davvero piacevole da visitare; nel mezzo del deserto quest'oasi era uno dei punti di ristoro di carovane che attraversavano il deserto.

Vicoli a Siwa

Come sempre in questo luoghi, passeggiare per vicoli e vialetti è un buon modo di trascorrere il proprio tempo.

La parte vecchia del villaggio

La parte più antica del villaggio, oramai in rovina e disabitata, viene ancora utilizzata da alcuni come magazzino per le merci

Il macellaio di Siwa

Gli standard per la vendita della carne sono qui molto differenti dai nostri... ma per questa foto fui attirato anche da quegli strani timbri sulla pelle del maiale.


Supermarket di strada

Lungo la strada spesso si trovano dei piccoli supermercati. Non sono altro che bancarelle da mercato, ma essendo il solo negozio nell'arco di alcune centinaia di metri, vendono qualunque tipo di mercanzia.

Falafel

Ho sempre apprezzato in modo particolare il cibo di strada. Ricordo ancora adesso con enorme piacere quei gustosissimi panini ripieni di falafel fritti.

Scorci tra le colonne

Tra grandi spazi e proporzioni fuori dal comune, diventano affascinanti anche i più semplici scorci.

Capitelli a forma di volto

In questa sala, di fronte a queste particolarissime ed ancora molto ben conservate colonne, davvero si senti piccolo ed insignificante di fronte alla maestria di questo antico popolo.

Proporzioni

E' impossibile che di fronte a scene come questa non salti immediatamente all'occhio l'enorme sproporzione tra le colonne e le persone. Gli antichi egizi che entravano nel tempio dovevano sentirsi estremamente piccoli e umili al cospetto dei sacerdoti e del faraone.

Der el-Bahari: il tempio nella roccia

Il tempio di Der el-Bahari è un tempio parzialmente scavato nella roccia. Quando lo vedi da lontano una certa eccitazione ti prende subito perché è evidente che stai per visitare qualcosa di davvero bello.

Der el-Bahari: la facciata del tempio

Il contorno paesaggistico è alquanto suggestivo. Le montagne fanno davvero da cornice all'architettura del luogo

Der el-Bahari: il portico inferiore

Il portico della facciata, con i suoi pilastri e le sue statue rivolte verso la valle, protegge le decorazioni interne ed accoglie i fedeli verso l'interno

Der el-Bahari: aguardia della scalinata

Per accedere al tempio si utilizza una lunga rampa che contribuisce ad accrescere la magnificenza del sito.

Spezie al mercato

Al mercato di frutta e verdura, i banconi delle spezie ci sono sempre, con tutta la loro scelta sempre in mostra in quantità tali che ci farebbero impallidire qui in Europa.

In attesa del cliente

Al mercato di frutta e verdura l'attività di molte persone è sempre la stessa... attendere con pazienza il cliente.

Abu Simbel

Mi sono spesso chiesto cosa debbano aver provato i nubiani alla vista delle enormi statue di Ramses II

Spostare interi templi

Il tempio di Philae, non lontano dal centro di Assuan, è stato costruito dagli antichi egizi su di un'isola sul lago Nasser. Anche adesso si trova su di un'isola del lago Nasser... ma non la stessa. A seguito della costruzione della diga il livello dell'acqua è aumentato, e per non sommergere il tempio lo hanno spostato pietra dopo pietra!

La finestra

Girando tra le stradine di questo antico quartiere mi piacque questo piccolo scorcio della finestra di una delle case

Imbarcazioni

Tutto il cuore dell'Egitto gira intorno al Nilo, e non è quindi strano che tutto il cuore di questa città giri intorno ai suoi porti ed alle sue barche.

Osservando...

Scattai questa foto attraverso il finestrino aperto del taxi che mi portava a visitare un tempio. Vidi questo signore che osservava la strada mentre suo nipote, sul bordo opposto della stessa strada vendeva del pesce appena pescato agli autisti di passaggio.

Nel tempio

Nel tempio, i cortili interni, le grandi colonne, le storie dei faraoni scolpite sulle rocce delle pareti... noi camminiamo in mezzo a tutto ciò ammirati per qualcosa che appartiene al passato; mi chiedo come doveva essere entrare qui consapevoli di essere al cospetto dei tuoi dei.

Animali e dei

Spesso nella visita dei siti archeologici mi tornavano in mente i miei studi scolastici sulle divinità egizie a forma animale.

Vestigia dal passato

La visita di questi luoghi fa spesso pensare a come dovevano sentirsi i primi archeologi che mettevano piede in queste stanze...

Il treno

Il treno è sempre un mezzo di trasporto piacevole da utilizzare... anche quando le sue condizioni estetiche non sono proprio delle migliori.

Frutta e verdura in mostra

La frutta e la verdura sono esposte al pubblico, pronte per essere comprate. Il ragazzo mi guarda stupito... probabilmente gli appare strano che io voglia fotografarlo.